La Decadenza e la Caduta dei Beni di Lusso

La Decadenza e la Caduta dei Beni di Lusso

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Da anni ormai, la beni di lusso prosperano.

Non è sorprendente.

C'è stata una relativa pace, una prosperità apparente per pochi, ed un certo feeling da "Hunger Games" e da"Se non hanno pane, che mangino brioche" vivo nel mondo.

Lo si vede nei sontuosi ed ampiamente pubblicizzati eventi del Met Gala o del World Economic Forum a Davos. I benestanti si sono concessi lussi ed un'ostentazione degli stessi molto appariscente.

Questo era particolarmente visibile con i tassi di interesse allo zero percento, che sono durati più o meno dal 2008 al 2021.

Questa politica è stata un enorme "sostegno" (leggi: possibilità di fatturato) per le più grandi aziende e per i venditori di ogni concepibile assurdità, dalle teorie folli come DEI ed ESG alla decadenza nei beni e nei servizi.

Così come sono stati tolti i premi a chi risparmiava di più, i bassi tassi sono stati un gigantesco semaforo verde per parecchie stravaganze.

Hanno reso il costo del capitale "preso in prestito" praticamente gratuito, punendo nel frattempo i risparmiatori.

Ma la decadenza delle fortune economiche arriva per tutti alla fine, anche per coloro che si immaginano al riparo.

Questa settimana, ad esempio, abbiamo visto le azioni dei marchi di lusso subire un pesante colpo.

LVMH Moët Hennessy Louis Vuitton ha pubblicato vendite al di sotto delle aspettative degli analisti per il terzo trimestre", scrive il Wall Street Journal, "mentre il settore del lusso si scontra con l'inflazione e i tassi di interesse elevati che stanno stringendo la spesa dei consumatori.

Il proprietario dei marchi Louis Vuitton e Dior ha faticato a riconquistare i grandi consumatori cinesi, poiché il turismo cinese è stato lento a riprendersi dalla pandemia. La Cina era il più grande mercato del lusso al mondo prima dell'arrivo del Covid-19.

Infatti, le azioni sono state pesantemente colpite, raggiungendo il minimo dell'anno dopo un lungo e altamente redditizio periodo di crescita.

Le azioni dei beni di lusso statunitensi sono praticamente stabili rispetto all'inizio del COVID (avendo divergato in modo drammatico dall'Europa a partire dalla metà del 2022)

Stranamente non sta andando tutto bene nell'economia mondiale, nemmeno in Cina, e ora vediamo i marchi di lusso prendersi una badilata in piena faccia.

Chi è il colpevole?

L'inflazione e i tassi di interesse elevati sono i colpevoli. Il capitale preso in prestito sta finalmente sperimentando un costo positivo per la prima volta in un decennio e mezzo. Questo ha imposto una stretta lenta ma implacabile su tutti i conti bancari, anche quelli più ben forniti.

Sicuramente hai incontrato questi marchi in passato.
Camminando per gli aeroporti migliori, vedi gioiellieri, venditori di borse e stilisti con cose di lusso in vendita.
Ti interessi e poi il prezzo ti colpisce in faccia come una badilata di tuo cugino da Belluno.

È sorprendente e quasi non puoi credere che qualcuno li compri.
Ma lo fanno.
La domanda è perché.

Beni di lusso come questi hanno da tempo affascinato gli economisti perché mettono in evidenza le leggi normali della domanda. Di solito, con un unico bene, tutte le altre condizioni rimanendo uguali, più basso è il prezzo, maggiore è l'intensità della domanda per lo stesso bene. Ma a volte, succede l'opposto.

Più alto è il prezzo, più persone sono convinte del merito dell'acquisto.

I beni Veblen ed i beni Giffen

Questi sono divisi tra due classi: i cosiddetti beni Veblen e i beni Giffen.

Il bene Veblen è uno che ottiene una domanda maggiore a causa del modo in cui il suo status scatena la sensazione che dovrebbe essere più prezioso.

Il bene Giffen è uno in cui l'aumento del prezzo stesso segnala una grande domanda diffusa indipendentemente dallo status sociale.

I vini francesi potrebbero essere beni Veblen, mentre il Bitcoin potrebbe essere beni Giffen, acquistati per paura di rimanere indietro.

Indipendentemente, entrambi vanno contro il senso comune sulla relazione tra domanda e prezzo.

Mi sono spesso chiesto perché nel mondo qualcuno spenderebbe $3.000 per una borsa, quando puoi ottenerne una molto simile su eBay per l'1/100 del prezzo.

La ragione ha a che fare con la fiducia del consumatore nel prodotto.

Se anche una sola persona pone la domanda "Dove l'hai preso?" puoi rispondere con sicurezza e sentirti bene al riguardo.

Per alcune persone, questo vale molto denaro.

Mi sono sentito così anche riguardo a molti vini.
Sì, posso gustare la differenza tra un vino da $12 e uno da $120 (credo? da quando ho avuto il covid è ancora difficile per me sperimentare i profumi che sentivo prima) ma per me non ha importanza.
Ma per alcune persone, i prezzi alle stelle segnalano la qualità.

Chi tanto spende meglio spende

diceva mia nonna, salvo poi morire di freddo nella sua casa anni 80 con le pareti sottili come la pasta sfoglia, però ricoperte da piastrelle di marmo di Carrara come la signora Tonelotto giù per la via.

Ovviamente, tutto questo è valido a patto ce lo possa permettere.

Possiamo indulgere in ogni scrupolo personale e culturale su marchi e status a patto che rientrino nel bilancio familiare. Lo stesso vale sul lato dell'offerta.


Quando il capitale preso in prestito ti viene praticamente gettato dietro a costo zero, sembra non ci siano limiti a ciò che sia possibile.

Per anni, le aziende sono state tentate dall'idea che finché c'era qualche flusso di entrate, semplicemente non importava quanto spendesse o assumesse l'azienda, tanto le banche erogavano mutui come caramelle.

Finché c'erano "prestatori", c'erano "mutuatari". Finché c'erano consumatori, c'erano aziende pronte ad assumerli.

I sogni di prosperità infinita sotto una banca centrale disposta a sopportare il costo per sempre, se solo per mantenere a galla il settore finanziario, sembravano tutti ben fondati ed abbarbicati alle dolci montagne di Davos.

Il sogno è andato avanti abbastanza a lungo da far sognare l'intera cultura finanziaria che sarebbe durato per sempre.

Ma quando i tempi si fanno duri i sogni sono i primi ad andarse, e con essi questi beni di lusso. Si cerca di essere felici con la borsa usata da eBay o con il vino (buono) dell'aziendina dell'amico contadino.

Quando inizia il taglio, questo è il primo posto in cui si inizia a tagliare.

Era inevitabile in questi tempi economici difficili - e nonostante le dichiarazioni dell'amministrazione Biden, questi tempi saranno sempre più gravi - che i beni di lusso di ogni tipo finissero sulla lista delle cose da eliminare.

I prezzi delle azioni dei marchi di lusso sono un uccellino nella miniera piuttosto eloquente di ciò che sta per venire.

Se le tendenze attuali continueranno, potremmo assistere a una diffusa liquidazione, insieme alla chiusura di negozi di alta gamma ed aziende venditrici di vetrini colorati che hanno a lungo fatto affidamento su consumatori spendaccioni per fornire il flusso di cassa.

Per cominciare una svolta a questo tipo di pensiero, dovremmo considerare altre cose come "beni di lusso", tipo:

  • Uno stato sociale efficiente in grado di garantire a tutti i cittadini una partenza uguale.

  • Delle politiche industriali che promuovano l'efficienza, la scalabilità e la crescita.

  • Strategie di eradicazione delle malattie tramite sforzi scientifici congiunti.

  • Cessazione dello sfruttamento imperialista e colonialista delle risorse naturali e fisiche dei paesi meno sviluppati.

Questi dovrebbero essere i lussi della prosperità.

È ora di prepararsi, e questo include anche i molto ricchi.

L'armadio pieno di sfarzosi oggetti Louis Vuitton non mette il cibo sulla tavola o paga il mutuo.

Sicuramente è stato bello finché è durato.

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